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dai GIORNALI di OGGIBerlusconi alla Cnn: italiani con me "La stampa mi infama, spiegherò" Sul caso Noemi e sul processo Mills risponde attaccando giornali e giudici di sinistra Trasmessa questa mattina una sintesi dell'intervista al premier registrata sabato scorso 2009-05-25 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-05-25 "Su Noemi reagirò, spiegherò tutto" Lunga intervista di Berlusconi alla "Cnn": "Gli italiani saranno ancora con me". Mills: "Sentenza scandalosa" * NOTIZIE CORRELATE * "Conosco la famiglia da 10 anni. L’ho incontrata quattro volte" (25 maggio 2009) * Fede e le telefonate: "Magari le ho parlato" (25 maggio 2009) * Noemi e il premier, parla ex fidanzato. Il padre della ragazza: "Lo querelo" (24 maggio 2009) * Confalonieri, Noemi e la festa del Milan: "C'erano 900 persone, non la conoscevo" (22 maggio 2009) * La cena con Noemi a Villa Madama e quella foto con dedica del giorno dopo (22 maggio 2009) Noemi Letizia con una foto di Berlusconi (Ap) Noemi Letizia con una foto di Berlusconi (Ap) MILANO - Noemi Letizia e la sentenza Mills: i due temi che agitano i sonni di Silvio Berlusconi sono al centro di un'intervista che il premier ha rilasciato sabato alla tv statunitense Cnn il cui testo integrale è stato diffuso da Palazzo Chigi. "SU NOEMI REAGIRÒ E SPIEGHERÒ" - Sulla vicenda della 18enne di Casoria il premier annuncia battaglia: "Mi hanno accusato di avere mentito nelle dichiarazioni che ho fatto ai giornali: di fronte a un’accusa di questo genere reagirò, spiegherò esattamente com’è la situazione e avrò ancora una volta tutti gli italiani con me, e ancora una volta quest’accusa sarà un boomerang nei confronti di coloro che me l’hanno fatta - attacca Berlusconi -. Trovo indegno il comportamento di chi entra in una vicenda privata per farne motivo di attacco politico. Per il resto la stampa italiana, e soprattutto due giornali della sinistra, avevano illustrato la mia partecipazione a una festa di compleanno di una famiglia amica, ed era il compleanno dell’unica figlia che compiva 18 anni. Anche mia moglie è caduta in questo errore e ha creduto a quanto comunicato da questa stampa. Non c’è nulla, nulla di nulla, che sia minimamente negativo, abbiamo chiarito la situazione e ancora di più la chiariremo in futuro, anche se all’inizio io non ho voluto che si entrasse nei rapporti tra me e questa famiglia perché ritengo che abbiano diritto alla privacy e segretezza, perché fanno parte della mia vita privata". "MILLS, SENTENZA SCANDALOSA" - Altro capitolo, il caso Mills: "Una sentenza ingiusta. No, scandalosa. Non solo ingiusta. I giudici di sinistra avevano scritto la sentenza prima che cominciasse il processo" ribadisce Berlusconi alla Cnn. Al pubblico americano il presidente del Consiglio racconta la storia processuale a lungo e nei particolari ("lo faccio in un minuto", premette). "Questi giudici non sono giudici, ma militanti politici che usano il potere giudiziario a fini di lotta politica. Però lei deve sapere - aggiunge rivolto all'intervistatore - che gli italiani sono schierati con me, perché hanno visto tutte le altre precedenti situazioni in cui in ogni campagna elettorale i giudici che in Italia sono chiamati toghe rosse sono entrati in campo e hanno cercato di farmi del male". "Devo dire poi che la magistratura è fatta di molti giudici giusti. Io uso dire: "Ci sarà un giudice, alla fine, a Berlino". Ci sono giudici a Berlino anche in Italia - dice Berlusconi - e io sono stato sempre assolto". LA RICOSTRUZIONE DEL PREMIER - Ecco dunque il lungo racconto di Berlusconi: "Il signor Mills, professionista, aveva assistito un armatore italiano che risiede all'estero per la vendita di due navi, e ha avuto pagata la prestazione con seicentomila dollari. Quando li ha ricevuti gli facevano comodo tutti, e ha cercato di non doverli spartire con i suoi soci di studio e di non dover pagare il 50% al fisco inglese. E gli è venuta in mente la brillante idea di dire che gli erano stati regalati. Infatti, sui soldi oggetto di una donazione non si pagano le tasse. Invece di pensare a dei principi arabi, ha pensato al Gruppo Fininvest, soprattutto perché un dirigente che era in contatto con lui era morto nel frattempo. Pensava che la cosa sarebbe rimasta una privata, invece è diventata pubblica; è stato interrogato in modo duro, per dieci ore, e non ha potuto sconfessare quello che aveva dichiarato. L'ha fatto subito dopo, quando è stato sicuro di non essere messo in prigione in Italia, e ha detto: "Questi soldi mi sono venuti assolutamente non da Fininvest, ma da questo signore, eccetera". Noi abbiamo sentito questo signore che ha confermato in modo assoluto, abbiamo seguito il percorso di questi soldi attraverso le banche dove erano stati depositati in campo internazionale. Abbiamo visto quando questi soldi sono arrivati sui conti del signor Mills. E c'è questa prova assoluta, così assoluta che il fisco inglese ha svolto la stessa indagine ed è arrivato a costringere il signor Mills a pagare le tasse su questi profitti professionali". "OPEL, DA GERMANIA NESSUNA ANTIPATIA" - Nella lunga intervista Berlusconi ha affrontato temi meno personali. Come l'operazione Opel-Fiat: "Anche per i rapporti che abbiamo con il governo tedesco, credo che saranno esaminate oggettivamente le varie offerte, poi sarà scelta quella che a loro sembrerà migliore. Certamente escludo che possano esservi motivazioni di antipatia nei confronti di un'azienda piuttosto che un'altra. Penso che faranno quello che a loro sembrerà più giusto per la Opel". Il presidente del Consiglio spiega di non averne parlato con la cancelliere Merkel: "Non voglio interferire, ma la conosco - osserva - e so che si comporterà così". "OBAMA NON HA SBAGLIATO UNA MOSSA" - Infine un capitolo sulla politica internazionale. L'Italia vuole il dialogo con l'Iran, ma con tempi certi, spiega il premier, "come sostiene il presidente Obama, che non ha sbagliato una sola mossa in politica estera". "Abbiamo cercato di renderci utili. Si era fissato un appuntamento del nostro ministro degli Esteri con i vertici iraniani, poi l'appuntamento è stato spostato nei siti dove si erano effettuati gli esperimenti sui missili. E quindi abbiamo ritenuto che non fosse per noi possibile mantenerlo. Quello di cui siamo sicuri è che non possiamo accettare che l'Iran si doti di una bomba nucleare. In altre situazioni siamo stati utili, così anche in questa, se ci viene richiesto, siamo disponibili a tentare di essere utili per il bene comune". L'intervistatore della Cnn non si lascia sfuggire un tema che sta a cuore al presidente Obama: la chiusura di Guantanamo. Alla domanda se l'Italia è disposta a ricevere dei detenuti, Berlusconi ribadisce quanto affermato dal giorni fa il ministro Frattini e risponde che il nostro Paese "farà il possibile per dare una mano agli Stati Uniti", ma aggiunge che l'intenzione è quella di comportarsi "come gli altri Paesi europei" e "in base alle nostre leggi". "Vedremo cosa farà la maggioranza degli altri Paesi europei - dice il presidente del Consiglio -. Noi, se possiamo rendere una cortesia al popolo americano, al governo americano, lo faremo certamente". 25 maggio 2009
La sensazione è che il Cavaliere non abbia ancora deciso che strada prendere "Conosco la famiglia da 10 anni. L’ho incontrata quattro volte" Berlusconi parla di Noemi: a Capodanno era in Sardegna, ma è tutto pulito Il premier Silvio berlusconi allo stadio (Ap) Il premier Silvio berlusconi allo stadio (Ap) ROMA — "Una tonnellata di falsità, conosco la famiglia di quella ragazza da più di 10 anni, ma per carità...". Il presidente del Consiglio è appena rientrato a casa dallo stadio. Ha visto il Milan perdere contro la Roma, i tifosi contestargli per la prima volta, e in modo vistoso, la gestione finanziaria della squadra. Voleva distrarsi, non c’è riuscito. Una brutta giornata: è inferocito, si sfoga con i suoi, "verrebbe voglia di mandare..., beh lasciamo perdere, ma quanta ingratitudine!". Ovviamente non è il Milan il principale dei pensieri del capo del governo. La vicenda Noemi, i rapporti con la famiglia di Casoria, sono il primo argomento del dibattito politico. Il tono dello scontro è in salita. Lo attacca Dario Franceschini; chiede verità Massimo D’Alema, che apertamente lo accusa di mentire; propone una commissione d’indagine Emma Bonino; reclama le dimissioni il Pdci. La sensazione è che il Cavaliere non abbia ancora deciso che strada prendere: riferire addirittura in Parlamento, come accenna in qualche intervista alle tv locali; continuare a farsi scudo del diritto alla privacy per minimizzare una vicenda che il suo staff riconduce al gossip di quart’ordine (legato all’imminenza della tornata elettorale europea), ma comunque lo turba e lo preoccupa, innanzitutto per le conseguenze sulla sua immagine all’estero. "Vedrete che il padre della ragazza — confida a chi lo ascolta — chiarirà ogni cosa in un’intervista, dirà lui della genesi dei nostri rapporti". Il riferimento è alla versione dell’ex fidanzato di Noemi, che ha ricostruito così l’inizio dei rapporti fra la ragazza e il Cavaliere: una telefonata del premier all’improvviso, un numero di telefono preso da un book fotografico, appena pochi mesi fa. Per il capo del governo non c’è niente di più falso: "Non ho mai visto nessun book, questa storia è totalmente inventata, non l’ho mai chiamata, ma figuriamoci... ". La versione del presidente del Consiglio smentisce le ricostruzioni dei cronisti di Repubblica che hanno intervistato l’ex fidanzato, ma conferma almeno un dato rivelato dal quotidiano romano: "Ho visto Noemi non più di quattro volte, l’ho già detto, e certamente tre volte in pubblico. A Roma, accompagnata dalla madre. A Villa Madama. Non c’è mai stato niente che non sia stato più che pulito e trasparente. È vero che è stata ospite a casa mia a Capodanno, insieme a tanti altri ospiti, non capisco perché debba costituire uno scandalo. Serve solo a insinuare. Cosa? Sesso? Ma quale sesso, per favore non scherziamo... ". Noemi è stata a Villa Certosa, in Sardegna, a fine anno: lo conferma dunque il capo del governo. Aggiunge un altro dettaglio di cronaca: "La prima volta che ho visto questa ragazza è stato a una sfilata, non certo in un book. Ma guardi, il solo fatto che io debba mettermi qui a riferire di cose che riguardano la privacy, se non mia, di un’altra famiglia, del tutto innocente, del tutto estranea alle vicende politiche, è qualcosa che mi fa rabbrividire. Questi signori o chi per loro non sanno più a cosa attaccarsi per cercare di far del male al sottoscritto. Il problema è che il male lo fanno al Paese. Io sono indignato, ma ho la coscienza a posto...". Si ostenta solo serenità nello staff del premier. Paolo Bonaiuti, che a Palazzo Chigi è sottosegretario e che da anni è il portavoce del Cavaliere, attende altri "colpi bassi" e ricostruisce parlando "di mero gossip, pettegolezzo di infimo valore per nascondere che l’opposizione è al tubo del gas, che rischia di essere spazzata via alle prossime elezioni ". L’avvocato e deputato Niccolò Ghedini, amico personale e consigliere del presidente del Consiglio, bolla invece così l’intervista all’ex fidanzato di Noemi: "Repubblica è oggettivamente aggressiva e diffonde affermazioni completamente destituite di fondamento, per questo stiamo valutando le iniziative da intraprendere. In ogni caso questa non è una priorità perché il presidente in questo momento è impegnato nelle attività di governo e nella campagna elettorale, ma non esclude che nei prossimi giorni si deciderà cosa fare, che si tratti di un’azione civile con richiesta di risarcimento o di un’azione penale per diffamazione. Decideremo presto". Marco Galluzzo 25 maggio 2009
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2008-05-25 Trasmessa questa mattina una sintesi dell'intervista al premier registrata sabato scorso Sul caso Noemi e sul processo Mills risponde attaccando giornali e giudici di sinistra "La stampa mi infama, spiegherò" Berlusconi alla Cnn: italiani con me "La stampa mi infama, spiegherò" Berlusconi alla Cnn: italiani con me ROMA - "Mi accusano di aver mentito? Allora, reagirò, spiegherò esattamente com'è la situazione e avrò ancora una volta tutti gli italiani con me; e ancora una volta quest'accusa sarà un boomerang per coloro che me l'hanno rivolta". Silvio Berlusconi risponde così - di fatto ancora non risponde - alla Cnn in un'intervista rilasciata sabato la cui una sintesi è stata trasmessa stamani. Nell'intervista il presidente del Consiglio affronta numerosi temi, a partire dal caso Noemi e della vicenda del divorzio annunciato da sua moglie Veronica Lario, e del processo Mills. "Non c'è nulla, nulla di nulla, che sia minimamente negativo - dice il presidente del Consiglio -. Abbiamo chiarito la situazione e ancora di più la chiariremo in futuro, anche se all'inizio io non ho voluto che si entrasse nei rapporti tra me e questa famiglia perchè ritengo che abbiano diritto alla privacy e segretezza, perchè fanno parte della mia vita privata". Questa la risposta alla richiesta di chiarimenti sulla vicenda. Che si conclude ripetendo gli attacchi all'informazione e all'opposizione: "Trovo indegno il comportamento di chi entra in una vicenda privata per farne motivo di attacco politico - dice -. Per il resto la stampa italiana, e soprattutto due giornali della sinistra, avevano illustrato la mia partecipazione a una festa di compleanno di una famiglia amica, ed era il compleanno dell'unica figlia che compiva 18 anni. Anche mia moglie è caduta in questo errore e ha creduto a quanto comunicato da questa stampa". Dello stesso tono la difesa del suo ruolo nel caso Mills, dopo le motivazioni della condanna dell'avvocato che lo chiamano esplicitamente in causa: "Una sentenza ingiusta. No, scandalosa. Non solo ingiusta. I giudici di sinistra avevano scritto la sentenza prima che cominciasse il processo". Il presidente del Consiglio racconta la storia processuale a lungo e nei particolari ("lo faccio in un minuto", premette). Poi attacca: "Questi giudici non sono giudici, ma militanti politici che usano il potere giudiziario a fini di lotta politica. Però lei deve sapere - aggiunge rivolto all'intervistatore - che gli italiani sono schierati con me, perchè hanno visto tutte le altre precedenti situazioni in cui in ogni campagna elettorale i giudici che in Italia sono chiamati toghe rosse sono entrati in campo e hanno cercato di farmi del male". Poi, quasi un parola d'ordine: "Ci sono giudici a Berlino anche in Italia - dice Berlusconi - e io sono stato sempre assolto". Crisi colpa dei media e della sinistra. "La crisi è grave e la paura c'è ancora. Ma è una paura dovuta, per esempio in Italia, ai media e soprattutto alla sinistra, che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo e del catastrofismo. Questo è contro l'interesse del Paese, contro l'interesse di tutti noi, anche contro il loro interesse. Ma purtroppo continuano a comportarsi così". Berlusconi torna a ribadire la sua personale interpretazione del difficile momento che attraversa l'Italia. Minimizzando le cause e puntando il dito contro l'opposizone e l'informazione. Immigrazione. L'immigrazione è "un problema di tutta europa" e l'italia si comporta "come gli stati uniti e tutti i paesi normali" e secondo "le direttrici europee". Il premier interpreta così le polemiche sull'immigrazione. "Adesso qui - si lamenta il Cavaliere - è venuto di moda attaccarci, sempre da parte dell'opposizione e dei suoi giornali che fanno di questo problema un problema diverso da quello che è realmente, e i giornali stranieri continuano a seguirli". E a chi gli fa notare come non sia bello respingere gli immigrati clandestini, Berlusconi risponde: "Le sembra umano prendere queste persone e metterle in un centro alcuni mesi in condizioni di non libertà per poi rispedirli indietro? Io penso che sia più umano riportarli là da dove sono partiti e consegnarli alle agenzie dell'Onu che verificheranno sul posto se sono nelle condizioni di poter chiedere asilo". Obama. "Noi siamo per il dialogo, ma il dialogo dev'essere un dialogo con tempi certi e quindi sosteniamo il presidente Obama, che non ha sbagliato una sola mossa in politica estera da quando ne ha assunto la responsabilità, e pensiamo che ci debba essere il tentativo assoluto di far ragionare l'amministrazione iraniana". Berlusconi palude così alla strategia del presidente Usa sul rischio atomico legato a Teheran: "Quello di cui siamo sicuri è che non possiamo accettare che l'iran si doti di una bomba nucleare". (25 maggio 2009)
Sui giornali esteri si raccontano le 10 domane poste da "Repubblica" e il disappunto per le mancate risposte e per gli attacchi al giornale Così la stampa internazionale chiede al premier di rispondere di ALESSIA MANFREDI Così la stampa internazionale chiede al premier di rispondere ROMA - Il primo ad occuparsene è stato il Times londinese di Rupert Murdoch, poi il caso delle dieci domande poste da Repubblica a Silvio Berlusconi sul suo rapporto con la diciottenne Noemi Letizia, rimaste senza risposta, ha fatto il giro della stampa estera. Dalla Gran Bretagna alla Spagna ad altri paesi, autorevoli quotidiani hanno mostrato il loro sostegno a Repubblica, appoggiandone l'inchiesta e la fermezza nel richiedere risposte da parte del presidente del Consiglio perché sia fatta chiarezza, e sottolineando il silenzio e l'ira del premier. In un'intervista a Repubblica, il direttore di Die Zeit, Giovanni Di Lorenzo, ha detto che insultare un quotidiano "in Germania provocherebbe l'immediata solidarietà di tutti gli altri media, indipendentemente dal loro orientamento politico". Al caso sono stati dedicati diversi articoli e commenti. Ecco i principali. "Public Duty and Private Vendetta", The Times, 18 maggio 2009. Le lamentele di Silvio Berlusconi, che si ritiene vittima di diffamazione, non hanno alcun senso, si legge nell'editoriale non firmato del Times, che, secondo la tradizione anglosassone, riflette l'opinione della direzione del giornale. Le domande di Repubblica, continua il Times, non sono un'intrusione nella vita privata, ma sono legate al suo ruolo di politico e magnate dei media. E l'attacco di Berlusconi al giornale è un tentativo di intimidire il dissenso. (L'ARTICOLO) "In praise of La Repubblica", The Guardian, 23 maggio 2009. Anche il Guardian dedica un editoriale al caso, intitolato, semplicemente, "Elogio a La Repubblica". "Nonostante rumori minacciosi da parte di Silvio Berlusconi, il principale quotidiano di centro-sinistra si è rifiutato di smettere di chiedere risposte alle 10 domande poste al premier circa la sua relazione con una adolescente napoletana, Noemi Letizia", si legge nel testo, che insiste sul diritto della stampa in una società democratica a fare domande e conclude: "Repubblica sta facendo una battaglia solitaria e merita sostegno". (L'ARTICOLO) "Papi, en la encrucijada", El Pais, 20 maggio 2009. "Papi, al crocevia" titola il commento del quotidiano spagnolo, che ripercorre l'origine della crisi, dalle dichiarazioni di Veronica Lario, sottolineando l'anomalia di Berlusconi, capo del governo, "editore del maggior gruppo mediatico del Paese", il suo controllo quasi totale della informazione televisiva, fino alle domande di Repubblica, seguite da ira e silenzio. Sarebbe salutare per la democrazia italiana, argomenta El Pais, "che Berlusconi prendesse carta e penna e spiegasse al mondo perché lo chiamano papi". (L'ARTICOLO) "How one newspaper's shameful questions have rattled Silvio Berlusconi", The Observer, 24 maggio 2009. Il giornale inglese ripercorre in un lungo articolo l'intera vicenda Noemi, le domande "vergognose" di Repubblica che hanno innervosito il presidente del Consiglio, provocato una dura reazione da parte della stampa di destra, e innescato gli insulti del premier al cronista di Repubblica. (L'ARTICOLO)
"Les questions sur les starlettes font enrager Silvio Berlusconi", La Tribune de Geneve, 16 maggio 2009. E' un Silvio Berlusconi "sull'orlo di una crisi di nervi" quello che se la prende con il principale quotidiano di Roma, secondo il quotidiano svizzero. Le domande di Repubblica, per far luce sulle molte zone d'ombra sono rimaste senza risposta perché il Cavaliere ha invocato il complotto, si legge sul quotidiano.(L'ARTICOLO) (25 maggio 2009)
Il RETROSCENA Dopo l'intervista all'ex fidanzato si studia un cambio di strategia E dopo la strategia della "non risposta" ora si pensa di replicare E il Cavaliere furibondo studia una nuova via d'uscita di CLAUDIO TITO E il Cavaliere furibondo studia una nuova via d'uscita ROMA - Far parlare Noemi e la madre di Noemi. Proporre la "verità" delle dirette interessate. Fino a ieri Silvio Berlusconi era convinto che il "caso Letizia" si sarebbe sgonfiato da se. Lentamente, ma pur sempre sgonfiato. L'intervista all'ex fidanzato della ragazza napoletana, però, sta cambiando qualcosa nello schema berlusconiano. La giornata nera del premier è cominciata ieri mattina con la lettura di Repubblica. Ha iniziato a tempestare di telefonate una parte del suo staff. Da palazzo Grazioli, a Roma, ha chiamato Gianni Letta, ha sentito Nicolò Ghedini e ha parlato con il suo portavoce, Paolo Bonaiuti. Un breve briefing per organizzare la reazione. Il Cavaliere era infuriato. Non si aspettava che la vicenda si arricchisse di un'altra pagina. "È solo gossip. È tutto invenzione - ha assicurato ai suoi -. O meglio, è una manovra del Pd. Pensano di fare campagna elettorale in questo modo. Non possono attaccare il governo - perché non c'è nulla che non abbiamo fatto - e allora vanno sul gossip". Se nei giorni scorsi, il presidente del consiglio aveva imboccato la strada della "non risposta", ieri dunque per la prima ha chiesto un parere sulla necessità di replicare davvero. Non alle dieci domande di Repubblica, ma direttamente all'opinione pubblica. Già l'altro ieri aveva ventilato l'ipotesi di riferire in Parlamento. Una soluzione tramontata nel giro di poche ore. Basti pensare che anche nell'intervista concessa l'altro ieri alla Sicilia, ha preferito tagliare corto: "potrei usare parole di fuoco, aggettivi pesanti, ma non ho voglia di parlare di queste cose. Ci sono argomenti molto più seri, c'è una campagna elettorale per le europee, e di Europa sto sentendo parlare molto poco". Stavolta, invece, sta lentamente emergendo l'idea di esporre la "versione originale" mettendo il confronto esattamente sui binari scelti da Gino Flaminio. Far quindi parlare le dirette interessate: Noemi Letizia e la madre. Per fornire tutte le spiegazioni che, ripete il premier, sono "personali e pulite". E per di più appartenenti ad un lontano passato. Non è ancora una decisione, ma l'inquilino di Palazzo Chigi vorrebbe ribaltare il tavolo. A Via del Plebiscito stanno valutando tutti i pro e i contro. Soppesano i rischi connessi alla scelta di "dare altro spazio al gossip". Sta di fatto che da ieri qualcosa è cambiato negli orientamenti del premier. E in gioco non c'è una semplice querela. Non è un caso che ieri i suoi giudizi su Repubblica siano stati a dir poco taglienti. Per ora la svolta non è stata effettuata. Il Cavaliere vuol ancora studiare gli effetti della vicenda sui sondaggi e le eventuali "prossime puntate". Anche perché la posizione assunta fino a questo momento è stata un'altra. "Tra un po' - ha ripetuto Berlusconi nei giorni scorsi a molti dei suoi interlocutori - questa storia non interesserà più nessuno. Rimarranno loro a farsi quelle dieci domande. Tanto, non possono avere niente di più perché non c'è niente di più. E allora io continuerò a fare finta di nulla". Una tattica che ieri ha cominciato a incrinarsi. Anche perché quel che è accaduto nel pomeriggio a San Siro è stato letto dagli uomini del presidente del consiglio come un ulteriore segnale. Le contestazioni subite in occasione della partita Milan-Roma rappresentano quasi un unicum. Critiche pronte a prescindere dalla sconfitta con i giallorossi. Gli striscioni contro il presidente erano pronti fin dall'inizio del match. Da tempo il Cavaliere non era abituato a questi episodi. La giornata nera di Berlusconi si è chiusa così. (25 maggio 2009)
Rotto l'incantesimo del nuovo Don Rodrigo di GAD LERNER Forse ora la smetterà d'insistere sulla propria esuberanza sessuale, sulle belle signore da palpare anche tra le macerie del terremoto e sulle veline che purtroppo non sempre può portarsi dietro. A quasi 73 anni d'età, Silvio Berlusconi si trova per la prima volta in vita sua a fare davvero i conti con l'universo femminile così come lui l'ha fantasticato, fino a permearne la cultura popolare di massa di questo paese. Lui, per definizione il più amato dalle donne, sente che qualcosa sta incrinandosi nel suo antiquato rapporto con loro. Le telefonate notturne a una ragazzina, irrompendo con la sproporzione del suo potere - come un don Rodrigo del Duemila - dentro quella vita che ne uscirà sconvolta. E poi il jet privato che le trasporta a gruppi in Sardegna per fare da ornamento alle feste del signore e dei suoi bravi. Ricompensate con monili ma soprattutto con aspettative di carriera, di sistemazione. L'immaginario cui lo stesso Berlusconi ha sempre alluso nei suoi discorsi pubblici è in fondo quello di un'Italietta anni Cinquanta, la stagione della sua gioventù: vitelloni e case d'appuntamento; conquista e sottomissione; il corpo femminile come meta ossessiva; la complicità maschile nell'avventura come primo distintivo di potere. Nel mezzo secolo che intercorre fra le "quindicine" nei casini e l'uso improprio dei "book" fotografici di Emilio Fede, riconosciamo una generazione di italiani poco evoluta, grossolana nell'esercizio del potere. Di recente Lorella Zanardo e Marco Maldi Chindemi hanno riunito in un documentario di 25 minuti le modalità ordinarie con cui il corpo femminile viene presentato ogni giorno e a ogni ora dalle nostre televisioni, con una ripetitiva estetica da strip club che le differenzia dalle altre televisioni occidentali non perché altrove manchino esempi simili, ma perché da nessuna parte si tratta come da noi dell'unico modello femminile proposto in tv. La visione di questa sequenza di immagini e dialoghi è davvero impressionante (consiglio di scaricarla da www. ilcorpodelledonne. com). Viene da pensare che nell'Italia clericale del "si fa ma non si dice" l'unico passo avanti compiuto nella rappresentazione della donna sia stato di tipo tecnologico: plastificazione dei corpi, annullamento dei volti e con essi delle personalità, fino a esasperare il ruolo subalterno, spesso umiliante, destinato nella vetrina popolare quotidiana alla figura femminile senza cervello. Cosce da marchiare come prosciutti negli spettacoli di prima serata, con risate di sottofondo e senza rivolta alcuna delle professioniste, neppure quando uno dopo l'altro si sono susseguiti gli scandali tipicamente italiani denominati Vallettopoli. In tale contesto ha prosperato il mito del leader sciupafemmine, invidiabile anche per questo. Fiducioso di godere della complicità maschile, ma anche della rassegnata subalternità di coloro fra le donne che non possano aspirare a farsi desiderare come veline. Tale è stata finora l'assuefazione a un modello unico femminile - parossistico e come tale improponibile negli Stati Uniti, in Francia, nel Regno Unito, in Germania, in Spagna - da far sembrare audacissima la denuncia del "velinismo politico" quando l'ha proposta su "FareFuturo" la professoressa Sofia Ventura. Come se la rappresentazione degradante della donna nella cultura di massa non avesse niente a che fare con la cronica limitazione italiana nell'accesso di personalità femminili a incarichi di vertice. Una strozzatura che paghiamo perfino in termini di crescita economica, oltre che civile. Così le ormai numerose indiscrezioni sugli "spettacolini" imbanditi nelle residenze private di Berlusconi in stile harem - mai smentite, sempre censurate dalle tv di regime - confermano la gravità della denuncia di Veronica Lario: "Figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica". Una sistematica offesa alla dignità della donna italiana resa possibile dal fatto che "per una strana alchimia il paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore". Logica vorrebbe che dopo le ripetute menzogne sulla vicenda di Noemi Letizia tale indulgenza venga meno. La cultura misogina di cui è intriso il padrone d'Italia - ma insieme a lui vasti settori della società - risulta anacronistica e quindi destinata a andare in crisi. Si rivela inadeguata al governo di una nazione moderna. Convinto di poter dominare dall'alto, con l'aiuto dei suoi bravi mediatici, anche una realtà divenuta plateale, l'anziano don Rodrigo del Duemila per la prima volta rischia di inciampare sul terreno che gli è più congeniale: l'onnipotenza seduttiva, la cavalcata del desiderio. L'incantesimo si è rotto, non a caso, per opera di una donna. (25 maggio 2009)
L'INCHIESTA. Parla Gino, l'ex fidanzato della ragazza di Portici La prima telefonata del Cavaliere: "Sono colpito dal tuo viso angelico" "Così papi Berlusconi entrò nella vita di Noemi" di GIUSEPPE D'AVANZO e CONCHITA SANNINO "Così papi Berlusconi entrò nella vita di Noemi" Gino Flaminio e Noemi Letizia NAPOLI - Il 14 maggio Repubblica ha rivolto al presidente del consiglio dieci domande che apparivano necessarie dinanzi alle incoerenze di un "caso politico". Veronica Lario, infatti, ha proposto all'opinione pubblica e alle élites dirigenti del Paese due affermazioni e una domanda che hanno rimosso dal discreto perimetro privato un "affare di famiglia" per farne "affare pubblico". Le due, allarmanti certezze della moglie del premier - lo ricordiamo - descrivono i comportamenti del presidente del Consiglio: "Mio marito frequenta minorenni"; "Mio marito non sta bene". Al contrario, la domanda posta dalla signora Lario - se ne può convenire - è crudamente politica e mostra le pratiche del "potere" di Silvio Berlusconi, pericolosamente degradate quando a rappresentare la sovranità popolare vengono chiamate "veline" senza altro merito che un bell'aspetto e l'amicizia con il premier, legami nati non si sa quando, non si sa come. "Ciarpame politico" dice la moglie del premier. Silvio Berlusconi non ha ritenuto di rispondere ad alcuna delle domande di Repubblica. E, dopo dieci giorni, Repubblica prova qui a offrire qualche traccia e testimonianza per risolvere almeno alcuni dei quesiti proposti. Per farlo bisogna raggiungere Napoli, una piccola fabbrica di corso San Giovanni e poi un appartamento, allegramente affollato di amici, nel popolare quartiere del Vasto a ridosso dei grattacieli del Centro Direzionale. Sono i luoghi di vita e di lavoro di Gino Flaminio. Gino, 22 anni, operaio, una passione per la kickboxing, è stato per sedici mesi (dal 28 agosto del 2007 al 10 gennaio del 2009) l'"amore" di Noemi Letizia, la minorenne di cui il premier ha voluto festeggiare il diciottesimo anno in un ristorante di Casoria, il 26 aprile. Gino e Noemi si sono divisi, per quel breve, intenso, felice periodo le ore, i sogni, il fiato, le promesse. "Quando non dormivo da lei a Portici - è capitato una ventina di volte - o quando lei non dormiva qui da me, il sabato che non lavoravo mi tiravo su alle sei del mattino per portarle la colazione a letto; poi l'accompagnavo a scuola e ci tornavo poi per riportarla indietro con la mia Yamaha. Lei qualche volta veniva a prendermi in fabbrica, la sera, quando poteva". Gino Flaminio è in grado di dire quando e come Silvio Berlusconi è entrato nella vita di Noemi. Come quel "miracolo" (così Gino definisce l'inatteso irrompere del premier) ha cambiato - di Noemi - la vita, i desideri, le ambizioni e più tangibilmente anche il corpo, il volto, le labbra, gli zigomi; in una parola, dice Gino, "i valori". Il ragazzo può raccontare come quell'ospite inaspettato dal nome così importante che faceva paura anche soltanto a pronunciarlo nel piccolo mondo di gente che duramente si fatica la giornata e un piatto caldo, ha deviato anche la sua di vita. Quieto come chi si è ormai pacificato con quanto è avvenuto, Gino ricorda: "Mi è stato quasi subito chiaro che tra me e la mia memi non poteva andare avanti. Era come pretendere che Britney Spears stesse con il macellaio giù all'angolo...". È utile ricordare, a questo punto, che il primo degli enigmi del "caso politico" è proprio questo: come Berlusconi ha conosciuto Noemi, la sua famiglia, il padre Benedetto "Elio" Letizia, la madre Anna Palumbo? A Berlusconi è capitato di essere inequivocabile con la Stampa (4 maggio): "Io sono amico del padre, punto e basta. Lo giuro!". Con France2 (6 maggio), il capo del governo è stato ancora più definitivo. Ricordando l'antica amicizia di natura politica con il padre Elio, Berlusconi chiarisce: "Ho avuto l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori. Questo è tutto". Un affetto che il presidente del consiglio ha ripetuto ancor più recentemente quando ha presentato Noemi "in società", per così dire, durante la cena che il governo ha offerto alle "grandi firme" del made in Italy a Villa Madama, il 19 novembre 2008: "È la figlia di miei cari amici di Napoli, è qui a Roma per uno stage" (Repubblica, 21 maggio). All'antico vincolo politico, accenna anche la madre di Noemi, Anna: "[Berlusconi] ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista". Berlusconi, qualche giorno dopo (e prima di essere smentito da Bobo Craxi), conferma. "[Elio] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l'autista di Craxi". (Ansa, 29 aprile, ore 16,34). Più evasiva Noemi: "[Di come è nato il contatto familiare] non ricordo i particolari, queste cose ai miei genitori non le ho chieste". (Repubblica, 29 aprile). Decisamente inafferrabile e chiuso come un riccio, il padre Elio (ha rifiutato di prendere visione di quest'ultima ricostruzione di Repubblica). Chiedono a Letizia: ci spiega come ha conosciuto Berlusconi? "Non ho alcuna intenzione di farlo" (Oggi, 13 maggio). Gino ascolta questa noiosa tiritera con un sorriso storto sulle labbra, che non si sa se definire avvilito o sardonico. C'è un attimo di silenzio nella stanza al Vasto, un silenzio lungo, pesante come d'ovatta, rispettato dagli amici che gli stanno accanto; dalla sorella Arianna; dal padre Antonio; dalla madre Anna. È un silenzio che si fa opprimente in quella cucina, fino a un attimo prima rumorosa di risate e grida. La madre, Anna, si incarica di spezzarlo: "Quando un giorno Gino tornò a casa e mi disse che Noemi aveva conosciuto Berlusconi, lo presi in giro, non volli chiedergli nemmeno perché e per come. Mi sembrava ridicolo. Berlusconi dalle nostre parti? E che ci faceva, Berlusconi qui? Ripetevo a Gino: Berlusconi, Berlusconi! (gonfia le guance con sarcasmo). Un po' ne ridevo, mi sembrava una buffonata di ragazzi". Gino la guarda, l'ascolta paziente e finalmente si decide a raccontare: "I genitori di Noemi non c'entrano niente. Il legame era proprio con lei. È nato tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai, assolutamente. Vi dico come è cominciata questa storia e dovete sapere che almeno per l'inizio - perché poi quattro, cinque volte ho ascoltato anch'io le telefonate - vi dirò quel che mi ha raccontato Noemi. Il rapporto tra Noemi e il presidente comincia più o meno intorno all'ottobre 2008. Noemi mi ha raccontato di aver fatto alcune foto per un "book" di moda. Lo aveva consegnato a un'agenzia romana, importante - no, il nome non me lo ricordo - di quelle che fanno lavorare le modelle, le ballerine, insomma le agenzie a cui si devono rivolgere le ragazze che vogliono fare spettacolo. Noemi mi dice che, in quell'agenzia di Roma, va Emilio Fede e si porta via questi "book", mica soltanto quello di Noemi. Non lo so, forse gli servono per i casting delle meteorine. Il fatto è - ripeto, è quello che mi dice Noemi - che, proprio quel giorno, Emilio Fede è a pranzo o a cena - non me lo ricordo - da Berlusconi. Finisce che Fede dimentica quelle foto sul tavolo del presidente. È così che Berlusconi chiama Noemi. Quattro, cinque mesi dopo che il "book" era nelle mani dell'agenzia, dice Noemi. È stato un miracolo, dico sempre. Dunque, dice Noemi che Berlusconi la chiama al telefono. Proprio lui, direttamente. Nessuna segretaria. Nessun centralino. Lui, direttamente. Era pomeriggio, le cinque o le sei del pomeriggio, Noemi stava studiando. Berlusconi le dice che ha visto le foto; le dice che è stato colpito dal suo "viso angelico", dalla sua "purezza"; le dice che deve conservarsi così com'è, "pura". Questa fu la prima telefonata, io non c'ero e vi sto dicendo quel che poi mi riferì Noemi, ma le credo. Le cose andarono così perché in altre occasioni io c'ero e Noemi, così per gioco o per convincermi che davvero parlava con Berlusconi, m'allungava il cellulare all'orecchio e anch'io sentii dalla sua voce quella cosa della "purezza", della "faccia d'angelo". E poi, una volta, ha aggiunto un'altra cosa del tipo: "Sei una ragazza divina". Berlusconi, all'inizio, non ha detto a Noemi chi era. In quella prima telefonata, le ha fatto tante domande: quanti anni hai, cosa ti piacerebbe fare, che cosa fanno tua madre e tuo padre? Studi? Che scuola fai? Una lunga telefonata. Ma normale, tranquilla. E poi, quando Noemi si è decisa a chiedergli: "Scusi, ma con tutte queste domande, lei chi è?", lui prima le ha risposto: "Se te lo dico, non ci credi". E poi: "Ma non si sente chi sono?". Quando Noemi me lo raccontò, vi dico la verità, io non ci credevo. Poi, quando ho sentito le altre telefonate e ho potuto ascoltare la sua voce, proprio la sua, di Berlusconi, come potevo non crederci? Noemi mi diceva che era sempre il presidente a chiamarla. Poi, non so se chiamava anche di suo, non me lo diceva e io non lo so. Lei al telefono lo chiamava papi tranquillamente. Anche davanti a me. Magari stavamo insieme, Noemi rispondeva, diceva papi e io capivo che si trattava del presidente. Quando ho assistito ad alcune telefonate tra Berlusconi e Noemi, ho pensato che fosse un rapporto come tra padre e figlia. Una sera, Emilio Fede e Berlusconi - insieme - hanno chiamato Noemi. Lo so perché ero accanto a lei, in auto. Ora non saprei dire perché il presidente le ha passato Emilio Fede, non lo so. Pensai che Fede dovesse preparare dei "provini" per le meteorine, quelle robe lì". (Ieri, a tarda sera, durante Studio Aperto, Fede ha affermato di aver conosciuto la nonna di Noemi. Repubblica ha chiesto a Gino se, in qualche occasione, Noemi avesse fatto cenno a questa circostanza. "Mai, assolutamente", è stata la risposta del ragazzo). "Comunque, quella sera, sentii prima la voce del presidente e poi quella di Emilio Fede - continua Gino - Non voglio essere frainteso o creare confusione in questa tarantella, da cui voglio star lontano. Nelle telefonate che ho sentito io, Berlusconi aveva con Noemi un atteggiamento paterno. Le chiedeva come era andata a scuola, se studiava con impegno, questa roba qui. Io però ho cominciato a fuggire da questa situazione. Non mi piaceva. Non mi piaceva più tutto l'andazzo. Non vedevo più le cose alla luce del giorno, come piacevano a me. Mi sentivo il macellaio giù all'angolo che si era fidanzato con Britney Spears. Come potevo pensare di farcela? Gliel'ho detto a Noemi: questo mondo non mi piace, non credo che da quelle parti ci sia una grande pulizia o rispetto. Mi dispiaceva dirglielo perché io so che Noemi è una ragazza sana, ancora infantile che non si separa mai dal suo orsacchiotto, piccolo, blu, con una croce al collo, "il suo teddy". Una ragazza tranquilla, semplice, con dei valori. Con i miei stessi valori, almeno fino a un certo punto della nostra storia". Intorno a Gino, questo racconto devono averlo già sentito più d'una volta perché ora che il ragazzo ha deciso di raccontare a degli estranei la storia, la tensione è caduta come se la famiglia, i vicini di casa, gli amici già l'avessero sentita in altre occasioni o magari a spizzichi e bocconi. C'è chi si distrae, chi parlotta d'altro, chi parla al telefono, chi si prepara a uscire per il venerdì notte. Gino sembra non accorgersene. Non perde il filo e a tratti pare ricordare, ancora una volta, a se stesso come sono andate le cose. "Ho cominciato a distaccarmi da Noemi già a dicembre. Però la cosa che proprio non ho mandato giù è stata la lunga vacanza di Capodanno in Sardegna, nella villa di lui. Noemi me lo disse a dicembre che papi l'aveva invitata là. Mi disse: "Posso portare un'amica, un'amica qualunque, non gli importa. Ci saranno altre ragazze". E lei si è portata Roberta. E poi è rimasta con Roberta per tutto il periodo. Io le ho fatto capire che non mi faceva piacere, ma lei da quell'orecchio non ci sentiva. Così è partita verso il 26-27 dicembre ed è ritornata verso il 4-5 gennaio. Quando è tornata mi ha raccontato tante cose. Che Berlusconi l'aveva trattata bene, a lei e alle amiche. Hanno scherzato, hanno riso... C'erano tante ragazze. Tra trenta e quaranta. Le ragazze alloggiavano in questi bungalow che stavano nel parco. E nel bungalow di Noemi erano in quattro: oltre a lei e a Roberta, c'erano le "gemelline", ma voi sapete chi sono queste "gemelline"? Penso anche che lei mi abbia detto tante bugie. Lei dice che Berlusconi era stato con loro solo la notte di Capodanno. Vi dico la verità, io non ci credo. Sono successe cose troppo strane. Io chiamavo Noemi sul cellulare e non mi rispondeva mai. Provavo e riprovavo, poi alla fine mi arrendevo e chiamavo Roberta, la sua amica, e diventavo pazzo quando Roberta mi diceva: no, non te la posso passare, è di là - di là dove? - o sta mangiando: e allora?, dicevo io, ma non c'era risposta. Per quella vacanza di fine anno, i genitori accompagnarono Noemi a Roma. Noemi e Roberta si fermarono prima in una villa lì, come mi dissero poi, e fecero in tempo a vedere davanti a quella villa tanta gente - giornalisti, fotografi? - , poi le misero sull'aereo privato del presidente insieme alle altre ragazze, per quello che mi ha detto Noemi... Al ritorno, Noemi non è stata più la mia Noemi, la mia alicella (acciuga, ndr), la ragazza semplice che amavo, la ragazza che non si vergognava di venirmi a prendere alla sera al capannone. A gennaio ci siamo lasciati. Eravamo andati insieme, prima di Natale, a prenotare per la sua festa di compleanno il ristorante "Villa Santa Chiara" a Casoria, la "sala Miami" - lo avevo suggerito io - e già ci si aspettava una "sorpresa" di Berlusconi, ma nessuno credeva che la sorpresa fosse proprio lui, Berlusconi in carne e ossa. Ci siamo lasciati a gennaio e alla festa non ci sono andato. L'ho incontrata qualche altra volta, per riprendermi un oggetto di poco prezzo ma, per me, di gran valore che era rimasto nelle sue mani. Abbiamo avuto il tempo, un'altra volta, di avere un colloquio un po' brusco. Le ho restituito quasi tutte le lettere e le foto. Le ho restituito tutto - ho conservato poche cose, questa lettera che mi scrisse prima di Natale, qualche foto - perché non volevo che lei e la sua famiglia pensassero che, diventata Noemi Sophia Loren, io potessi sputtanarla. Oggi ho la mia vita, la mia Manuela, il mio lavoro, mille euro al mese e va bene così ché non mi manca niente. Certo, leggo di questo nuovo fidanzato di Noemi, come si chiama?, che non s'era mai visto da nessuna parte anche se dice di conoscerla da due anni e penso che Noemi stia dicendo un sacco di bugie. Quante bugie mi avrà detto sui viaggi. A me diceva che andava a Roma sempre con la madre. Per dire, per quella cena del 19 novembre 2008 a Villa Madama mi raccontò: "Siamo stati a cena con il presidente, io, papà e mamma allo stesso tavolo". Non c'erano i genitori seduti a quel tavolo? Allora mi ha detto un'altra balla. Quella sera le sono stati regalati una collana e un bracciale, ma non di grosso valore. E il presidente ha fatto un regalo anche a sua madre. Sento tante bugie, sì, e comunque sono fatti di Noemi, dei suoi genitori, di Berlusconi, io che c'entro?". Le parole di Gino Flaminio appaiono genuine, confortate dalle foto, dalla memoria degli amici (che hanno le immagini di Noemi e Gino sui loro computer), da qualche lettera, dai ricordi dei vicini e dei genitori, ma soprattutto dall'ostinazione con cui il ragazzo per settimane si è nascosto diventando una presenza invisibile nella vita di Noemi. Repubblica lo ha rintracciato con fatica, molta pazienza e tanta fortuna nella fabbrica di corso San Giovanni dove tutti i suoi compagni di lavoro conoscono Noemi, la storia dell'amore perduto di Gino. Compagni di lavoro che - fino alla fine - hanno provato a proteggerlo: "Gino? E chi è 'sto Gino Flaminio?" e Gino se ne stava nascosto dietro un muro. La testimonianza del ragazzo consente di liquidare almeno cinque domande dalla lista di dieci che abbiamo proposto al capo del governo. La ricostruzione di Gino permette di giungere a un primo esito: Silvio Berlusconi ha mentito all'opinione pubblica in ogni passaggio delle sue interviste. Nei giorni scorsi, come quando disse a France2 di aver "avuto l'occasione di conoscere [Noemi] tramite i suoi genitori". O ancora ieri a Radio Montecarlo dove ha sostenuto di essersi addirittura "divertito a dire alla famiglia, di cui sono amico da molti anni, che non desse risposte su quella che è stata la nostra frequentazione in questi anni". Come di cartapesta è la scena - del tutto artefatta - disegnata dalle testate (Chi) della berlusconiana Mondadori. Il fatto è che Berlusconi non ha mai conosciuto Elio Letizia né negli "anni passati", né negli "ambienti socialisti". Mai Berlusconi ha discusso con Elio Letizia di politica e tantomeno delle candidature delle Europee (Porta a porta, 5 maggio). Berlusconi ha conosciuto Noemi. Le ha telefonato direttamente, dopo averne ammirato le foto e aver letto il numero di cellulare su un "book" lasciatogli da Emilio Fede. Poi, nel corso del tempo, l'ha invitata a Roma, in Sardegna, a Milano. Le evidenti falsità, diffuse dal premier, gli sarebbero costate nel mondo anglosassone, se non una richiesta di impeachment, concrete difficoltà politiche e istituzionali. Nell'Italia assuefatta di oggi, quella menzogna gli vale un'altra domanda: perché è stato costretto a mentire? Che cosa lo costringe a negare ciò che è evidente? È vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l'accesso alla scena politica (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile)? Dieci giorni dopo, ci sono altre ragionevoli certezze. È confermato quel che Veronica Lario ha rivelato a Repubblica (3 maggio): il premier "frequenta minorenni". Noemi, nell'ottobre del 2008, quando riceve la prima, improvvisa telefonata di Berlusconi ha diciassette anni, come Roberta, l'amica che l'ha accompagnata a Villa Certosa. La circostanza rinnova l'ultima domanda: quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio? (24 maggio 2009)
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-05-25 Caso Noemi, Franceschini all'attacco "Berlusconi dica la verità, è suo dovere" "L'uomo politico ha il dovere di rispondere, ha il dovere della verità". Con queste parole il segretario del Pd, Dario Franceschini, da Reggio Emilia, dove ha partecipato a un incontro elettorale, ha chiesto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi di rispondere ai quesiti avanzati da un noto quotidiano italiano. "C'è un quotidiano italiano - ha detto - che da due settimane gli fa dieci domande: non c'è un Paese al mondo in cui un uomo politico potrebbe permettersi di non rispondere a quelle domande. Perché la trasparenza - ha aggiunto - è uno dei criteri per reintrodurre la serietà nella vita politica". Non usa mezzi termini Franceschini sul caso Noemi. "Bisogna che ci sia trasparenza - ha insistito Franceschini - chi ha responsabilità politiche ha il dovere con la sua vita di dare il buon esempio, non di dare il cattivo; così è in tutto il mondo. Chi ha delle responsabilità politiche - ha concluso il leader del Pd - deve accettare che la sua vita sia messa ai raggi x, perché così è dappertutto". "A volte guardo Berlusconi e mi sembra un uomo di plastica che vuole farsi vivere in un mondo di plastica, ma l'Italia non è così ". Il leader del Pdha aggiunto: "L'Italia ha dei valori che vanno riscoperti bisogna risvegliare la coscienza civile di questo Paese. Bisogna sfidarli sui valori e sulla serietà". In un altro momento del suo tour elettorale, Franceschini aveva di nuovo attaccato Berlusconi sostenendo che è un uomo il quale "avendo il potere e i soldi pensa di potersi permettere di comprarsi tutto. Per questo - aveva detto - vi è un pericolo vero per il nostro futuro e per il futuro delle nostre famiglie". 24 maggio 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-05-25 Berlusconi torna sul caso Noemi: "Spiegherò" commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 25 MAGGIO 2009 Franceschini: "Sfido Berlusconi sulla serietà, non sull'imbroglio" Il padre di Noemi querela l'ex fidanzato e Repubblica Confalonieri: "Noemi accanto a me alla festa del Milan" La villa di Taormina che piace a Berlusconi "Dai nostri archivi" Fiat-Opel: per Berlusconi sarà scelta l'offerta migliore Caso Noemi, Franceschini attacca. Pdl: grottesco Calderoli al Premier: "Così non aiuti a fare le riforme" Berlusconi: Marcegaglia come una velina. La replica del presidente di Confindustria: "Sono un leader serio e concreto" Berlusconi: "Le rivoluzioni sono più facili delle riforme" Pubblicità "Mi accusano di aver mentito? Allora, reagirò, spiegherò esattamente com'è la situazione e avrò ancora una volta tutti gli italiani con me; e ancora una volta quest'accusa sarà un boomerang per coloro che me l'hanno rivolta". Silvio Berlusconi risponde così alla Cnn che, in un'intervista rilasciata sabato, di cui una sintesi è stata trasmessa stamani dal network televisivo (il testo integrale scritto è stato diffuso da Palazzo Chigi), affronta la vicenda del divorzio annunciato da sua moglie Veronica Lario e del caso Noemi. "Non c'è nulla, nulla di nulla, che sia minimamente negativo - dice il presidente del Consiglio -. Abbiamo chiarito la situazione e ancora di più la chiariremo in futuro, anche se all'inizio io non ho voluto che si entrasse nei rapporti tra me e questa famiglia perché ritengo che abbiano diritto alla privacy e segretezza, perchè fanno parte della mia vita privata". Berlusconi torna a puntare l'indice contro alcuni giornali e l'opposizione. "Trovo indegno il comportamento di chi entra in una vicenda privata per farne motivo di attacco politico - dice -. Per il resto la stampa italiana, e soprattutto due giornali della sinistra, avevano illustrato la mia partecipazione a una festa di compleanno di una famiglia amica, ed era il compleanno dell'unica figlia che compiva 18 anni. Anche mia moglie è caduta in questo errore e ha creduto a quanto comunicato da questa stampa". Nuovo attacco alle "toghe rosse" dopo la sentenza Mills Sulla sentenza milanese riguardo il caso Mills, dice : "Una sentenza ingiusta. No, scandalosa. Non solo ingiusta. I giudici di sinistra avevano scritto la sentenza prima che cominciasse il processo". Silvio Berlusconi è un fiume in piena quando, in un'intervista concessa sabato, racconta alla Cnn della vicenda giudiziaria che lo riguarda in relazione al processo Mills. Il presidente del Consiglio racconta la storia processuale a lungo e nei particolari ("lo faccio in un minuto", premette). Poi attacca: "Questi giudici non sono giudici, ma militanti politici che usano il potere giudiziario a fini di lotta politica. Però lei deve sapere - aggiunge rivolto all'intervistatore - che gli italiani sono schierati con me, perchè hanno visto tutte le altre precedenti situazioni in cui in ogni campagna elettorale i giudici che in Italia sono chiamati toghe rosse sono entrati in campo e hanno cercato di farmi del male". "Devo dire poi che la magistratura è fatta di molti giudici giusti. Io uso dire: "Ci sarà un giudice, alla fine, a Berlino". Ci sono giudici a Berlino anche in Italia - dice Berlusconi - e io sono stato sempre assolto". "Aiuteremo gli Stati Uniti su Guantanamo ma in armonia con la Ue" L'Italia riceverà i detenuti di Guantanamo? Alla domanda della Cnn Silvio Berlusconi risponde che il nostro Paese "farà il possibile per dare una mano agli Stati Uniti", ma aggiunge che il problema non è ancora stato affrontato dal governo e che l'intenzione è quella di comportarsi "come gli altri Paesi europei" e "in base alle nostre leggi". "Vedremo cosa farà la maggioranza degli altri Paesi europei - dice il presidente del Consiglio -. Noi, se possiamo rendere una cortesia al popolo americano, al governo americano, lo faremo certamente. Vedremo in base alle leggi che abbiamo, in base al comportamento degli altri principali Stati Europei". Alla domanda se l'Italia prenderà "dieci, quindici, venti" detenuti di Guantanamo, Berlusconi risponde: "Non lo so, non abbiamo ancora affrontato il problema sul tavolo del governo, quindi non posso dare risposte. Certamente il nostro sentimento è di fare tutto il possibile per dare una mano agli Stati Uniti. Non possiamo pensare che soltanto loro si battano per tutti noi. Il terrorismo è un fenomeno che ci riguarda tutti, quindi la mia predisposizione è assolutamente positiva. Bisogna vedere cosa ci consentiranno le nostre leggi. Vorrei anche che il nostro comportamento fosse in sintonia con quello degli altri Paesi europei". Iran, "Obama non ha sbagliato una sola mossa in politica estera" L'Italia vuole il dialogo con l'Iran, ma con tempi certi, "sostiene il presidente Obama, che non ha sbagliato una sola mossa in politica estera" da quando è alla Casa Bianca. L'Italia, insomma, pensa che "ci debba essere il tentativo assoluto di far ragionare l'amministrazione iraniana". Ciò che è stato fatto, dice Berlusconi, anche con la missione, poi cancellata, del ministro degli Esteri Franco Frattini a Teheran. "Avendo anche parlato con Hillary Clinton - dice il presidente del Consiglio - abbiamo cercato di renderci utili. Si era fissato un appuntamento del nostro ministro degli Esteri con i vertici iraniani, poi l'appuntamento è stato spostato nei siti dove si erano effettuati gli esperimenti sui missili. E quindi abbiamo ritenuto che non fosse per noi possibile mantenerlo". "Quello di cui siamo sicuri - sottolinea Berlusconi - è che non possiamo accettare che l'Iran si doti di una bomba nucleare. In altre situazioni siamo stati utili, così anche in questa, se ci viene richiesto, siamo disponibili a tentare di essere utili per il bene comune". Sull'immigrazione l'Italia "fa come gli Stati Uniti" Sull'immigrazione, "un problema di tutta Europa", l'Italia si comporta "come gli Stati Uniti e tutti i paesi normali", secondo "le direttrici europee". "Solo che adesso qui è venuto di moda attaccarci, sempre da parte dell'opposizione e dei suoi giornali che fanno di questo problema un problema diverso da quello che è realmente, e i giornali stranieri continuano a seguirli". Silvio Berlusconi spiega così le polemiche sui respingimenti dei clandestini e difende il "modello italiano": "Se qualcuno entra nelle nostre acque territoriali- spiega- verifichiamo il suo diritto d'asilo; se però questi barconi, che sono purtroppo gestiti da organizzazioni criminali, li fermiamo prima delle acque territoriali, dando tutto il soccorso necessario, li scortiamo fino al punto d'imbarco e là - lo abbiamo fatto adesso per la Libia - ci sono per esempio le Agenzie delle Nazioni Unite che possono verificare se hanno diritto all'asilo. Quelli che hanno diritto li accogliamo". E continua: "Le sembra umano prendere queste persone e metterle in un centro alcuni mesi in condizioni di non libertà per poi rispedirli indietro? Io penso che sia più umano riportarli là da dove sono partiti e consegnarli alle Agenzie dell'Onu che verificheranno sul posto se sono nelle condizioni di poter chiedere asilo". "Ma lei ha parlato di campi di concentramento", incalza il giornalista. "Noi siamo un Paese che ha avuto migranti e sappiamo chi è l'immigrato. Siamo assolutamente aperti a chi viene con il desiderio di migliorare la propria vita, integrarsi e lavorare. Li accogliamo nelle nostre scuole, diamo loro tutte le cure mediche indispensabili, tutte, nessuna esclusa. Ma il problema è che il precedente governo della sinistra aveva diffuso l'opinione in tutti i Paesi africani e orientali che in Italia le frontiere fossero aperte", risponde il Presidente. Quanto alle critiche venute dall'Europa, Berlusconi risponde che "le dichiarazioni che ci sono state erano personali, non dichiarazioni dell'Europa". Al G8 arriva un codice di regole per economia e finanza Un "Global Legal Standard": una sorta di "codice", nuove regole e controlli per il mondo della finanza e dell'economia. Per l'Italia è l'obiettivo principale del G8 che si riunirà all'inizio di luglio all'Aquila. Silvio Berlusconi lo indica in una lunga intervista concessa sabato alla Cnn, di cui un'ampia sintesi è andata in onda questa mattina e che sarà pubblicata intergralmente sul sito del network televisivo. Il testo integrale è stato diffuso da Palazzo Chigi. "Il G20 si è riunito solo due volte per l'aggravarsi della crisi. Una cosa essenziale spero che riusciremo a farla: scrivere e approvare nuove regole e controlli per il mondo della finanza e dell'economia. Stiamo lavorando per un Global Legal Standard, una specie di codice che presenteremo al G8. Stiamo lavorando con tutti gli altri Paesi in stretta connessione con i ministri delle Finanze. Porteremo questo nuovo codice tenendo ben presente che non si può passare dalla situazione che abbiamo conosciuto a una situazione di eccessiva presenza e controllo sull'economia". Tanto più, osserva Berlusconi, che il secondo giorno del G8 ci sarà anche la Cina, insieme a India, Sudafrica, Messico e Brasile, più l'Egitto "su mio invito", dice il premier, che ne sottolinea l'importanza come Paese collocato nell'area "mediterranea, musulmano, arabo e africano che ha un leader molto rispettato". Il terzo giorno, poi, sottolinea Berlusconi, si aggiungeranno anche "Indonesia, Australia e Sud Corea, e poi ancora Paesi europei come la Danimarca, l'Olanda, la Spagna, e la Turchia". "Molto lavoro viene fatto prima", il presidente del Consiglio si augura di poter arrivare alla fase finale "con argomenti dibattuti e alla fine decisi da tutti. Non è lì che si fa la discussione - dice - e soprattutto non la si fa partendo da zero". "Peccato la finale della Champion's senza il Milan" Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervistato dalla Cnn preferisce non fare pronostici sulla finale di Champion's che si gioca mercoledì a Roma. "Nella posizione in cui sono - spiega - non le dico nemmeno per chi farò il tifo mercoledì". Ma aggiunge: "Nel calcio credo che nessuno possa fare pronostici, perché il calcio è dominato per il 50% dalla fortuna. So solo che mi spiace che non ci sia la mia squadra, che nella storia del calcio ha vinto il maggior numero di coppe internazionali. Pensi che il secondo ha vinto la metà delle coppe che ho vinto io, e è il grande presidente del Real Madrid, Bernabeu. Conto di riportare su la mia squadra che è la più ricca di campioni assoluti nel mondo e che quest'anno, anche per la lontananza del presidente, sta arrivando solo seconda nel campionato italiano". Fiat -Opel: "Non voglio interferire" "Anche per i rapporti che abbiamo con il governo tedesco, credo che saranno esaminate oggettivamente le varie offerte, poi sarà scelta quella che a loro sembrerà migliore. Certamente escludo che possano esservi motivazioni di antipatia nei confronti di un'azienda piuttosto che un'altra. Penso che faranno quello che a loro sembrerà più giusto per la Opel". Così il premier Silvio Berlusconi, parla dell'offerta di acquisizione avanzata da Fiat nei confronti della casa tedesca. Il presidente del Consiglio spiega di non averne parlato con il Cancelliere Merkel: "Non voglio interferire, ma la conosco - osserva - e so che si comporterà così". 25 MAGGIO 2009
Franceschini: "Sfido Berlusconi sulla serietà, non sull'imbroglio" commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 25 maggio 2009 "Dai nostri archivi" Giappone: si dimette Ozawa, il leader dell'opposizione Berlusconi: voterò sì al referendum elettorale Con la mossa di Berlusconi il 25 aprile diventa bipartisan Berlusconi: "Franceschini è un catto-comunista" Presidenza Rai: no del governo a un Petruccioli-bis Pubblicità
"Io Berlusconi lo sfido sulla serietà, non lo voglio sfidare sull'imbroglio". Il leader del Pd Dario Franceschini, concludendo domenica a Modena la sua giornata elettorale, è tornato sulla candidatura del premier alle elezioni europee, per sottolineare con forza come il Pd abbia fatto "la scelta che hanno fatto tutti gli altri ventisei Paesi della Ue: candidare solo persone che resteranno in Europa fino all'ultimo giorno della legislatura, non accettare questo imbroglio - ha spiegato - di candidarsi, chiedere preferenze e poi dimettersi il giorno dopo". "Qualcuno mi ha detto, purtroppo qualcuno che è con noi nell'opposizione - ha sottolineato il leader del Pd - tu Franceschini non hai il coraggio di sfidare Berlusconi. Io Berlusconi - ha concluso il segretario del Pd - lo sfido sulla serietà, non lo voglio sfidare sull'imbroglio". Dario Franceschini insiste. A Casini e Di Pietro che hanno bocciato la proposta del Pd di un'iniziativa comune di tutte le opposizione per arginare l'attacco di Berlusconi al Parlamento, replica senza esitazioni che "non è il momento delle divisioni" Sceglie Bagnolo in Piano (una delle tappe del suo tour elettorale fra le province padane di Reggio Emilia e Modena) per rilanciare di nuovo la proposta. "Ho preso atto che Di Pietro ha risposto di no, ma voglio insistere con lui e anche con Casini perchè bisogna tenere l'opposizione unita. Un grande partito come il nostro - osserva il leader del Pd - ha il dovere di insistere perchè l'opposizione sia unita davanti ai rischi che corre il paese. Non è il momento di iniziative sbagliate - aggiunge Franceschini riferendosi alla proposta di Di Pietro di una mozione di sfiducia al premier da presentare in Parlamento - solo per avere qualche voto in più, qualche tornaconto di consenso per il proprio partito". "A volte guardo Berlusconi e mi sembra un uomo di plastica che vuole farci vivere in un mondo di plastica - spiega - ma l'Italia non è così. L'Italia ha valori che vanno riscoperti e che la tv tende a capovolgere perché sono importanti solo fama e ricchezza e tutto è consentito contro tutti per averli. Noi diciamo - scandisce - che bisogna risvegliare la coscienza civile di questo paese e sfidarli sui valori, sulla serieta". No dunque al mondo di plastica di Berlusconi, ma no anche a "un uomo che pensa, avendo il potere ed i soldi, di potersi permettere di comprare tutto". 25 maggio 2009
Il padre di Noemi querela l'ex fidanzato e Repubblica commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 24 maggio 2009 Confalonieri: "Noemi accanto a me alla festa del Milan" La villa di Taormina che piace a Berlusconi "Dai nostri archivi" Tigri Tamil, 60 anni di conflitto eredità del colonialismo Ddl sicurezza, il Governo pone la fiducia India al voto: attentato dei maoistiScarcerato il nipote di Gandhi Soru querela Berlusconi Di Pietro: nulla da temere, buon lavoro ai magistrati Pubblicità Elio Letizia, padre di Noemi, ha annunciato, in un comunicato del suo legale, l'avvocato Giulio Costanzo, la decisione di querelare il quotidiano la Repubblica e l'ex fidanzato della figlia Gino Flaminio. La Repubblica ha pubblicato oggi un'intervista a Flaminio, nella quale il giovane dà la sua versione di come il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, avrebbe conosciuto Noemi, (con alcuni particolari inquietanti, dal capodanno a Villa Certosa in Sardegna, alla telefonata al cellulare nell'autunno 2008) il cui nome è venuto alla ribalta dopo che il premier partecipò, a fine aprile, alla sua festa dei 18 anni in un locale di Casoria. Secondo Letizia, "il racconto reso dal signor Flaminio, apparso oggi sul quotidiano la Repubblica e relativo a mia figlia Noemi, è gravemente diffamatorio, perchè le attribuisce cose mai fatte nè dette nè pensate". Il Letizia prosegue: "Ciò che si legge è un nuovo momento di mera notorietà che il quotidiano la Repubblica, strumentalizzando, ha voluto concedere al signor Flaminio, a danno nuovamente dell'immagine di mia figlia Noemi". "Ovvio -conclude Letizia- che il signor Flaminio, nonché il quotidiano la Repubblica, dovranno rispondere di tutto in tribunale. Abbiamo già chiesto, infatti, ai nostri legali di redigere e sporgere querela. Naturalmente saranno chiamati a rispondere anche tutti coloro che dovessero riprendere in tutto o in parte questa incredibile narrazione". Quanto alla madre di Noemi, Anna Palumbo, si è limitata a dichiarare: "Non ho nulla da aggiungere rispetto a quanto già detto da mio marito attraverso la dichiarazione inviata all'Ansa dal nostro legale". 24 maggio 2009
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